Gentleman / L’Unione fa la forza

Rassegna Stampa
10 Febbraio 2025

Nella sua lunga storia Unione Fiduciaria ha assistito a tutti i possibili scenari legati al patrimonio e li ha sorvegliati con l’etica, la discrezione e la solidità che da sempre la distingue e che oggi le fa vantare masse amministrate superiori a 17 miliardi di euro e oltre 5mila clienti nella fascia più alta del private banking italiano, con una media del portafoglio intestato di 3 milioni. Fondata nel 1958 e con una compagine azionaria che include più di 20 banche italiane (nessuna con una quota superiore al 24%), la fiduciaria interagisce sia in Italia sia all’estero con oltre 70 compagnie assicurative, numerosi intermediari finanziari e 220 banche depositarie presso cui ha 12mila conti. «Non ci sorprende nulla e siamo strutturati per affrontare ogni situazione», racconta a Gentleman il direttore generale Filippo Cappio. Nelle stanze del quartier generale del centro storico di Milano si sono seduti numerosi tipi di clienti, non solo per gli aspetti di privacy e sostituzione di imposta ma anche per l’organizzazione e ottimizzazione del loro patrimonio. Si sono rivolti infatti a Unione Fiduciaria gli eredi di una facoltosa famiglia per affidare la vendita all’asta di una collezione preziosissima di gioielli, tra cui un anello con zaffiro da record, ma anche imprenditori che chiedono aiuto nella negoziazione per l’acquisto di immobili da centinaia di milioni di euro e manager propensi a strumenti più complessi o rischiosi. «Oggi stiamo per affrontare un importante passaggio generazionale di ricchezza, come riportato anche dalla Associazione Italiana Private Banking. Se attualmente l’età media dei nostri clienti è di oltre 60 anni e l’under 35 ha una quota inferiore al 5%, ci attendiamo nei prossimi 10-15 anni un radicale cambiamento. A questo deve far fronte una serie di strumenti adeguati, così da tracciare al meglio le linee guida dell’asset allocation degli investimenti, tenendo conto che i nostri primi 250 nuclei familiari raggiungono 10 miliardi di euro in amministrazione. 

 

Con gli industriali si può scegliere insieme come pianificare il passaggio fra generazioni delle quote societarie dell’azienda di famiglia, optando magari per operazioni di ingegneria patrimoniale o decidere di valutarne la cessione se i figli hanno intrapreso percorsi diversi. Uno dei mezzi di cui disponiamo è il trust, che può essere interpretato come un passaggio condiviso o una scelta difensiva sul patrimonio, perché si interpone, con regole precise e predeterminate, tra la ricchezza e gli eredi/beneficiari. Offriamo quindi anche alle nuove generazioni soluzioni efficienti per l’amministrare di attivi spesso ingenti grazie a una rete molto ampia di intermediari in tutto il mondo e al nostro broker assicurativo Brokerfid (fondato con il socio Willis Italia Spa, ndr). Forniamo un servizio di account aggregation e aggiorniamo i clienti sulla loro posizione consolidata. Il mandato fiduciario serve anche per fare da sostituto d’imposta sulle posizioni detenute all’estero», precisa Cappio. Un ambito in cui Unione Fiduciaria è molto attiva è quello delle polizze assicurative vita a contenuto finanziario. «Siamo intestatari fiduciariamente di oltre 6 miliardi di euro di polizze ramo terzo, anche in questo caso soluzione scelta da molte famiglie in un’ottica di successione del patrimonio», dice il manager, che guarda alla crescita del business. «A fine 2024 abbiamo acquistato il ramo d’azienda di una fiduciaria a capitale bancario internazionale e mettiamo le basi per uno o due deal anche nel 2025». In ottica prospettica, un panorama già molto attuale è quello delle monete virtuali. «Non amministriamo investimenti diretti in criptovalute. In questo settore bisogna essere molto prudenti perché noi siamo una figura di garanzia per i sottoscrittori e le piattaforme sono ancora spesso a rischio. Non escludiamo un’apertura alle cripto-attività, qualora il sistema bancario decida di accoglierle operativamente e in maniera tutelata per i clienti. Al contempo, ci manteniamo a distanza dai clienti che optano per l’off-shore, una scelta incompatibile con i nostri principi e valori fondamentali. Modificando una celebre locuzione latina, la prudenza impone di affermare che, in questi casi, pecunia olet.».